Alle Colonne succede così: si parte dal pensiero di un Autore e si finisce per trovare il proprio. Si arriva a scoprire che c’è sempre qualcosa da scoprire, che il limite dell’orizzonte non è mai dove realmente ce lo saremmo aspettato, e che uno scrittore che ci dona una storia vuole che quelle parole possano camminare con noi, e darci ciò che ci serve o che ci servirà. Siamo un gruppo, ogni voce è importante e paritetica e ogni persona attraverso il libro porta un prezioso pezzetto di sé. Ciò che ne deriva è un poliedrico divenire, perché i libri sono come i viaggi: non rimani mai lo stesso di quando sei partito.
Anonimo
Ho studiato letteratura e filologia italiana per tanti anni all’università, ma per molto tempo, distratto dalle cose della vita, ho trascurato il piacere della lettura. Ho continuato a rimandare in attesa di tempi migliori, in cui la scintilla si sarebbe riaccesa in una vampa luminosissima. Ho atteso a lungo. Poi mi sono ritrovato per caso un foglio tra le mani, e nel momento di massima distanza fra me e la lettura ho capito che quel foglio era un invito, un’opportunità. “Le colonne letterarie”. Un incontro con persone sconosciute. Un confronto di visioni del mondo. Ho subito capito che era la cosa giusta da fare. Ho atteso con ansia quel primo appuntamento: mi sono sentito come uno scolaro al ritorno dalle vacanze estive: felice di incontrare le novità che avrebbero portato con sé gli amici.
Anonimo
Ero terrorizzato dalle mie aspettative. Continuavo a tenere lontana l’idea di avere trovato il modo giusto per tornare al piacere della lettura e della condivisione, per non restare deluso.
Poi il giorno dell’incontro arriva. Provo a pensare a qualcosa di intelligente da dire, un pensiero originale che possa farmi sembrare partecipe alla discussione nel caso il rendez-vous fosse noioso e poco stimolante. Entro in una stanza accogliente. Persone sorridenti e cordiali mi accolgono. Capisco subito ch’è il posto giusto per me. Una rapida presentazione e poi a capofitto in medias res. Un episodio del libro interpretato da due, tre, quattro persone diverse comincia a diventare un turbinio di sensazioni; un’emozione si aggiunge a quelle già provate durante la lettura. Mi ricordo perché ho sempre amato leggere: tanti universi individuali si fondono in uno solo e creano la vita, la condivisione, la compassione, la solidarietà. In pochissimi minuti persone che non si sono mai conosciute prima donano agli altri un pezzo della propria esistenza. La bellezza che credevo perduta di parlare di sé, del libro, degli altri torna a riempirmi il petto di gioia. Guardo l’orologio spesso, perché ho paura che il tempo stia per finire, che non ci sia più tempo per raccontarsi.
Esco dall’incontro pieno di serenità e contentezza. Mi ripeto che basta davvero poco per stare bene e che anche poche persone riunite attorno alla lettura di un libro possono essere un sostegno per sé e gli altri: “Colonne Letterarie”
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